il corpo
la vena scalcia e sudore crolla tra le ciocche
il pianto dell’estate sui corpi mostrati
molte inesattezze accarezzate con una storia
corpi riprodotti, corpi difformi
la carne che chiama, la carne che duole
le vergogne private svestite nel sostizio
seni gonfi e privi di seme
le crepe lucide sul rosa delle gambe scoperte
spazio molle occupato nella dimensione qualunque.
saremo una cosa sola sola con il nulla che rimane
e non avremo pace
perché siamo soli con la nostra poca presenza.
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