vetta.
ogni volta la vetta non significa.
vetta è passato veloce e casa feroce.
una macchina di pieghe seriali numeri perpetui nelle stagioni. la fascia no.
i tacchi per sfiancare la crosta di quelli abbisogno, di strappi dalle ciglia alla gola, chimica strenua e puntuale di delicati segni che facciano voltare il capo ai compiti eseguiti nella loro sporta magrezza.
l’osceno è quello che resta delle nostre fasce, dire che è tutto vero questo che no, non è risolto, no, non è compiuto, no, non è lo stesso.
guizzare nella solitudine troppo stretta, più in là.
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